LA STORIA

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VILLA ALTA

DIMORA STORICA

Il fascino di una dimora storica del 1800, i profumi e la bellezza di un parco dalla vegetazione ricca e varia, il panorama suggestivo e incantevole che va da Piazza dei Miracoli di Pisa fino al mare fanno di Villa Alta uno dei luoghi più eleganti e affascinanti del territorio pisano.

L’interno è caratterizzato da numerosi affreschi “grotteschi”.

Le grottesche sono un particolare tipo di decorazione pittorica parietale, che affonda le sue radici nella pittura romana di epoca augustea e che fu riscoperto e reso popolare a partire dalla fine del Quattrocento.

Sono decorazioni caratterizzate dalla raffigurazione di esseri ibridi e mostruosi, chimere, spesso ritratte quali figurine esili ed estrose, che si fondono in decorazioni geometriche e naturalistiche, strutturate in maniera simmetrica, su uno sfondo in genere bianco o comunque monocromo. Le figure sono molto colorate e danno origine a cornici, mantenendo una certa levità perché i soggetti sono lasciati minuti.

 

La Villa è circondata all’esterno da un parco a balze con piante secolari e un giardino all’italiana con piante aromatiche e rampicanti. Il viale d’ingresso è contornato da cipressi, platani, querce, palme e siepi d’alloro, piante di iuta, oleandro, acacia, agrifoglio e canne di bambù. Sulla collina dietro le spalle della villa c’è un uliveto con circa 800 piante di ulivo.

VILLA ALTA

Gli inizi

La Villa vanta una storia lunga e affascinante che risale ai primi dell’800 quando fu acquisita da Cesare Studiati a seguito del matrimonio con Giuseppina Agostini Venerosi della Seta, figlia del conte Cosimo e di Laura Ruschi, nell’agosto del 1860.

Gli Agostini ricordano come la villa fosse stata originariamente edificata più in basso all’interno della tenuta di Corliano ma Cesare Studiati volle smontarla per ricostruirla più in alto, permettendo così alla moglie Giuseppina Agostini di poter vedere le isole.

Cesare Studiati fu il più illustre dei proprietari. Figlio di Pietro Studiati, si laureò a Pisa il 16 giugno 1840 in filosofia e medicina, conseguendo l’anno successivo anche la laurea in Chirurgia. Nell’ottobre 1843 venne nominato dissettore da Paolo Savi. Deputato alla Costituente Toscana, non volle partecipare a quella italiana per non interrompere i suoi studi, rifiutando anche la carica onorifica di Gonfaloniere di Pisa, offerta dal Ricasoli. Prese comunque parte attiva nella politica come consigliere comunale e provinciale e, per ben 35 anni, come presidente della Cassa di Risparmio di Pisa. Importante era stato l’incontro con il barone Bettino Ricasoli, con cui iniziò un sodalizio scientifico enologico, confermato da un ricco carteggio che va dal 1859 al 1876 per la ricerca del “vino perfetto”. I due volevano eliminare dai vini un certo “aspro” e una “ruvidezza” che acquisivano nel processo di invecchiamento, a confronto con la “finezza” dei vini francesi già affermati nel mercato internazionale.

Nel 1872 nasce il Chianti, dopo più di trent’anni di ricerca e sperimentazione. Il Barone Bettino Ricasoli ne fissa la formula in una famosa lettera indirizzata al Prof. Cesare Studiati che prevedeva 70% di uve rosse Sangiovese e il restante 30% diviso tra Canaiolo ed uve bianche Malvasia. Nel 1920 la Villa fu venduta a Carlo Tabet (amico dell’arch. Pietro Studiati – figlio di Cesare) che la vendette solo 1 anno dopo a Carla Ciompi, moglie di Carlo Ciompi podestà (sindaco) di San Giuliano Terme negli anni del fascismo come testimonia il giornale “Il Ponte di Pisa” del 1933 e del 1931. Nel 1936 Villa Alta divenne proprietà di Donna Teresa Orlando, figlia di Rosolino Orlando, imprenditore filantropo e politico italiano, appartenente alla terza generazione della famiglia di armatori Orlando. Egli fu uno dei protagonisti della vita di Livorno all’inizio del ‘900, anche come promotore di importanti iniziative rivolte al miglioramento della città di cui fu pure il sindaco. Durante il fascismo questa dimora divenne un luogo strategico data la sua posizione favorevole per il controllo del territorio. Nel 1947 fu acquistata da Cilene Ida Mugnaini che fece dipingere tutte le stanze di giallo coprendone i pregevoli affreschi. Il suo busto si trova nel giardino all’italiana della villa. Nel 1992 Armando Cecchetti la comprò dall’ex allenatore del Genova Scoglio. La fece ristrutturare riportando alla luce e all’originario splendore gran parte degli affreschi come la “sala Paradiso”, la “sala degli Angeli” e la “sala della Musica“.

VILLA ALTA

Oggi

Oggi, grazie all’impegno e alla dedizione degli eredi Cecchetti, Villa Alta è una residenza che unisce l’incanto del passato a un luogo di charme dotato di tutti i più moderni comfort. Ci sono il calore e l’ospitalità di un ambiente familiare e la cura in ogni minimo dettaglio. É il luogo ideale per vivere le proprie vacanze o i propri soggiorni immersi nella quiete e nella tranquillità delle dolci colline toscane, ma è anche un posto meraviglioso e perfetto per festeggiare i giorni più belli in una cornice paesaggistica e artistica di grande bellezza e splendore.